Dopo un periodo di assoluta tenebra sembra che qualche cosa di nuovo si stia muovendo in favore dell’ospedale di Assisi in modo da riportare questa struttura se non agli antichi fasti per lo meno verso una caratterizzazione che lo affranchi da quello che sembrava un depontenziamento inarrestabile.
Ci potrebbero essere, sempre che non prevalgano poi quelle forze politico amministrative che ne hanno già da tempo decretato il ridimensionamento, se non la chiusura, una serie di azioni che a costo zero o a bassissimo costo potrebbero ridare all’ospedale una sua caratterizzazione e rilevanza che una città dal nome di Assisi pretende.
Assisi, in Umbria, e non solo, ha un suo ruolo, una sua visibilità, un blasone di cui tutti a turno ambiscono fregiarsi ed è per questo che ha diritto ad avere una sua specificità anche nel panorama della sanità umbra. Basta volerlo.
Piccoli, grandi aggiustamenti potrebbero ridare alla struttura ospedaliera una valenza positiva per la ASL2 non solo in termini di bilancio positivo ma anche una riqualificazione da tempo attesa.
Punto di forza di questa nuova missione è rappresentato dalla presenza di professionisti
estremamente motivati a portare avanti progetti di vasto respiro e che in Assisi troverebbero già pronte le infrastrutture necessarie.

LE PROPOSTE: SI INTRODUCA
LA CHIRURGIA PLASTICO-RICOSTRUTTIVA
Perché, ad esempio limitare l’attività del chirurgo plastico alle sole ferite difficili e non individuare questo ospedale come sede aziendale della chirurgia plastico-ricostruttiva di cui le ferite difficili sono una delle competenze??!! Cosa osta?!
I professionisti ci sono, le sale operatorie sono nuove e funzionanti, non ci sono criteri di urgenza. Manca solo la volontà politica di restituire alla città di San Francesco la dignità di un ruolo sanitario che due presidenze regionali non hanno esitato a sacrificare con buona pace di fantasmi e boiardi di turno.
Di contro cosa se ne fa il nosocomio di ben tre medicine?! Sarebbe interessante capire una incongruenza simile ma ci limitiamo a suggerire di dare spazio alla Medicina dello scompenso cardiaco accorpandola alla medicina generale. Le due medicine dividono già gli stessi spazi e in tempi non sospetti anche gli stessi professionisti.
Si verrebbe ad integrare un nucleo di medici altamente collaudati e a dar luogo ad un servizio specialistico di alto profilo e che viene incontro alle maggiori esigenze patologiche del territorio.
Resti diversamente collocata la medicina a ciclo breve con le sue prerogative e funzioni.
Questo servizio è quanto di più adatto per le esigenze di una città ad alto tasso di turismo per dare risposte rapide alle mille patologie che possono presentarsi.
In trentadue ore – questo il massimo consentito ad un ricovero in medicina a ciclo breve – non c’è patologia che non possa essere trattata, risolta, diagnosticata o indirizzata correttamente presso strutture adeguate.

“SI CREI UN POLO DI DAY SURGERY
SPECIALISTICA NELLA CHIRURGIA PEDIATRICA”
Con un pizzico di buona volontà poi potrebbe trovare in questa città una collocazione logistica senza pari la chirurgia pediatrica.
Si tratta di una chirurgia in day surgery in parte già funzionante ma che, se adeguatamente supportata e potenziata, potrebbe avere uno sviluppo inimmaginabile ponendo un freno alle fughe di piccoli pazienti in regioni vicine e all’abbattimento drastico delle liste di attesa. Anche per questa attività c’è bisogno soltanto di volontà politica.
I chirurghi pediatrici ci sono e sono desiderosi di creare un polo di day surgery specialistica in una struttura che sembra essere nata appositamente per ospitare i piccoli pazienti, il rapporto con l’Università da cui dipendono è già in atto.
È sufficiente un lifting del contratto di ingaggio perché l’ospedale di Assisi possa divenire l’ospedale di riferimento aziendale se non regionale dell’Umbria per la Chirurgia pediatrica minore.

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